Credo che al mondo non esista amore più grande, profondo, vero ed eterno di quello che un genitore nutre nei confronti di un figlio a prescindere che questo amore venga poi ricambiato o meno.

Questo articolo non parla di una vittoria, non parla di Sanremo 2021, non parla di una giuria che alle selezioni di Sanremo Giovani non ha capito a pieno questo artista (a eccezione di Luca Barbarossa).

Questo articolo parla di un ragazzo, è la storia di un figlio che è stato in grado di ricambiare quell’amore e portarlo oltre ai confini di se stesso. 

In un mondo di plastica fatto di stereotipi, di selfie, social network, di musica preconfezionata, di finti artisti che si ergono sui palchi alla sola ricerca di apparenza, trovare un fiore nel deserto come Luca Gaudiano è un avvenimento più unico che raro.

Il ventinovenne foggiano autore di “Polvere da sparo” racconta un triste vissuto, scrive una lettera al padre scomparso due anni fa a causa di una brutta malattia sigillandola con le emozioni dettate dalle sue note. 

Immaginando che queste melodie possano arrivare fino al genitore, il giovane immagina di trovarselo di fronte, di riuscire finalmente a potergli dire quello che la sua prematura scomparsa gli ha impedito. 

La sofferenza di un dolore che non scompare, che riaffiora, un male che nemmeno i farmaci riescono a sedare, una malinconia che non può svanire mai, la perdita di un papà. 

Il senso di colpa di un amore inespresso m, l’ammirazione per il proprio eroe, la sua forza nel combattere un male invisibile che ha colpito duramente la sua “giungla dei pensieri sparsi”.

Tante parole cantate d’un fiato, quasi in un melodico rap che raccontano l’impotenza e la rassegnazione. 

Una domanda, un quesito irrisolto attanagliano l’anima dell’autore, un lutto che lo trascina quasi sul baratro fino a trovare poi la risposta dentro uno specchio, nel rivedere se stesso nel padre. 

Tutto questo mi riporta alla mente la dolcissima favola del leone Simba che ritrova se stesso vedendo suo padre Mufasa riflesso nello specchio d’acqua di un lago. 

Gaudiano come Simba in quel momento diventa re e questo festival è stata la sua cerimonia di incoronazione, una vittoria che suo padre sicuramente sta ancora applaudendo da lassù, fiero di lui. 

Un viaggio attraverso il dolore che finisce in un dolcissimo lieto fine, io stesso quando ho scoperto questo cantautore stavo guardando Sanremo giovani distrattamente, quasi annoiato da tutto quel “già sentito” mille volte fino a quando un brivido ha richiamato e risvegliato di botto la mia attenzione con un arpeggio di chitarra, un synth di archi dall’andamento arabeggiante: amore al primo ascolto, qualcosa che mi capita raramente ormai che non sono più giovanissimo. Scrissi un messaggio a Luca su Facebook per fargli i complimenti per questo pezzo e glieli rinnovo ora con questo articolo. 

Essere veri artisti è proprio questo: riuscire a evocare negli altri le forti emozioni che hai provato tu quando le hai scritte, bravo Luca e grazie per essere riuscito a scuotermi il cuore dopo tanto tempo. 

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